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Elisir di lunga vita – Il Melograno segnatura di Plutone

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Mentre le ore di luce diminuiscono nel periodo di Novembre, nel mondo vegetale la linfa si ritira velocemente dalle parti aeree per ritornare verso le radici; le foglie, esalata l’ultima clorofilla, cadono a terra e marciscono. Incomincia la loro fermentazione nel mondo di Plutone, un processo di dissoluzione, trasmutazione e trionfo della morte, signora delle forze oscure e dell’energia vitale primordiale.

Il dio Plutone o Ade, nella mitologia classica è raffigurato con un elmo che lo rende invisibile poiché suo è il Regno delle Ombre, quello a cui tutte le forme del nostro mondo ritornano. Plouton deriva da Plutos che significa ricco infatti il dio, governa il nucleo energetico della materia fatto di fuoco e di magma, è il signore dei vulcani, delle eruzioni, dei terremoti e dell’energia nucleare, di tutte le ricchezze del sottosuolo: oro, argento, pietre preziose e al contempo di tutto ciò che dorme nel sottosuolo prima di venire in superficie a primavera.

Plutone è il dio degli Inferi, del mondo Ctonio di tutto ciò che è sconosciuto e inconscio, di che crea disintegrazione e rinascita, è Eros e Thanatos, croce e resurrezione, l’eterna lotta fra Faust e Mefistofele. Plutone simboleggia sia i rifiuti sia l’oro, le ricchezze del sottosuolo, la fertilità nascosta negli escrementi, il loto che emerge dal fango, la sporcizia che diventa purezza, è l’infero delle passioni, attraverso le quali dobbiamo passare per rivedere la luce.

Plutone è il grande alchimista, è il serpente che cambia la pelle, l’araba fenice che risorge dalle sue ceneri, l’invisibile e misterioso che ci connette con la morte e la rinascita. Nel corpo umano per analogia le parti corrispondenti allo Scorpione sono gli organi sessuali e l’intestino crasso, quest’ultimo è preposto ad evacuare gli scarti che ritornano alla natura, per ricominciare un nuovo ciclo attraverso la decomposizione e la trasmutazione in qualcos’altro.

In Autunno prospera ciò che è sotto il suolo: radici e semi che si trasformano in attesa di una nuova primavera. Plutone ci ricorda tutto ciò che prospera nel buio e ci fa un dono ricco di mistero: il seme, che contiene già la pianta che diverrà e mentre riposa nel buio dell’inverno, in un’apparente morte, cambia la sua forma, si riveste di una scorza protettiva e sogna nuovi scenari, tessuti di luce e matura nel frutto la sua promessa. Il seme per quanto piccolo ed indifeso riesce a superare il freddo, il gelo e le intemperie come passaggio necessario per la rinascita.

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Sui semi trovano vita muffe, funghi e batteri, il loro lavoro di trasformazione concorre alla formazione dell’humus che nutre la terra nella putrefazione, poiché la natura è anche grande produttrice di legno morto, più di duecento tipi di insetti vivono e si nutrono di legno marcio. Come dice Ovidio nelle Metamorfosi:

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”

Nel sottosuolo, regno di Plutone, la protagonista è la radice. L’apparato radicale delle piante si sviluppa poco in profondità e molto in larghezza, le radici si assottigliano e si allungano esplorando il terreno alla ricerca di cibo ed informazioni, fino a terminare con una punta chiamata apice.

L’apice radicale deve evitare ostacoli, parassiti e radici concorrenti, ogni pianta ne produce diversi milioni. Da ricerche scientifiche emerge che le radici delle piante sono in comunicazione tra loro e in una complessa rete composta da filamenti che formano l’apparato vegetativo dei funghi, si crea così un’alleanza: l’albero cede clorofilla ed il fungo dona elementi preziosi che permettono alle piante di crescere più velocemente e resistere agli stress idrici.

Le radici delle piante creano un network di informazioni e contatti tra tipologie di alberi diversi e la flora del sottobosco, scambiandosi messaggi e nutrienti specifici a seconda delle necessità.

Le piante che appartengono alla segnatura di Plutone purificano il sangue, grazie alla loro azione antinfiammatoria, tra di esse troviamo biancospino, olivello, rosa canina, sorbo degli uccellatori e il Melograno i cui frutti sono ricchi di fitoestrogeni, ormoni sessuali indispensabili al concepimento.

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Il Melograno è un albero originario della regione compresa tra l’Iran e la catena himalayana, presente fin dall’antichità nel Caucaso e nella macchia mediterranea. Il suo nome deriva dal latino malum e granatum che significa mela con semi. Le foglie dell’albero sono caduche, strette e lunghe, di un colore verde rossiccio. I suoi fiori a tre, quattro petali sono di un colore rosso-arancio; il frutto, un esocarpo dalla buccia spessa e resistente, è grosso poco più di una mela, ha una forma rotonda, un colore esterno che va dal verde al rosa pallido fino al rosso intenso e sulla cima presenta una corona a sei punte dove ha avuto origine il fiore.

I semi contenuti nel frutto sono piccole bacche legnose racchiuse in una polpa croccante di colore rosso vivo, divisi in sezioni separate da una membrana chiara, una volta puliti ne deriva un succo dal sapore dolciastro-acidulo con un retrogusto legnoso, a volte amaro.

La maturazione del melagrano avviene tra ottobre e novembre. Il suo frutto la melagrana ha molteplici virtù grazie ai suoi principi attivi: preserva le difese immunitarie dell’organismo, incrementa la produzione di collagene per ossa e pelle. Previene l’artrite e la degenerazione di cartilagini e articolazioni, ha un’azione antibatterica, utile a curare e prevenire l’acne, protegge la pelle dai raggi UV e dai radicali liberi, migliora lo stato di unghie e capelli, previene rughe e macchie dell’epidermide. Contiene buone quantità di polifenoli e proprietà antiossidanti come selenio e betacarotene, vitamina A, C, E, oltre a estrogeni che stimolano la serotonina un neurotrasmettitore che potenzia il buonumore. Inoltre è ricco di fruttosio, acqua, fibre e sali minerali come potassio, fosforo, sodio, magnesio, ferro, zinco, manganese e rame.

La melagrana protegge la salute cardiovascolare, la memoria ed una normale pressione arteriosa, depura l’organismo in generale, soprattutto fegato e reni per l’eliminazione delle tossine, aiuta nella menopausa grazie al selenio e al betacarotene, riduce le vampate di calore e gli sbalzi di umore. La corteccia dell’albero agisce come vermifugo soprattutto nei confronti della tenia, azione conosciuta fin dall’antichità. Irrobustisce ossa e muscoli, e può apportare un miglioramento del flusso sanguigno prevenendo gli ictus, funziona da anticoagulante per evitare lo sviluppo dei trombi.

L’olio di semi di melagrana è ricco di un olio grasso, l’acido puninico, impiegato nella fitocosmesi per i suoi effetti idratanti e schiarenti, migliorativi dell’epidermide utilizzato nella cosmesi naturale per arricchire creme, tonici, shampoo, detergenti ma soprattutto, per il make-up nei fondotinta, nei rossetti, nelle matite per occhi e nei mascara.

Il suo succo mantiene in salute denti, bocca e gengive per le proprietà astringenti, la sua azione antiossidante è pari solo a quella del the verde, la dose consigliata è quella di un bicchiere al giorno, indispensabile per le donne incinte per l’apporto di acido folico. Anche l’aceto di melagrana apporta numerosi benefici perché ha effetti positivi sul sistema nervoso e muscolare.

Sandro Botticelli Madonna della Melagrana 1487

SE IL MELOGRANO PARLASSE…

Sono il Melograno uno dei più antichi alberi coltivati sulla Terra, il mio significato simbolico è tutt’oggi benefico e potente, conservato nei secoli attraverso le religioni, le arti e la cultura. I miei frutti dai grani dolci e succosi producono un elisir di lunga vita e simboleggiano ricchezza, fertilità, prosperità e rigenerazione.

La sfericità del mio frutto mi connette al divino e alla ciclicità dell’esistenza, ai miti di morte e rinascita. Il mio succo evoca anche il sangue, l’energia e la sessualità, il grembo femminile, il mistero dell’esistenza che esso contiene, il grembo inteso come porta tra i mondi, tra la dimensione divina invisibile e la dimensione terrena.

Il colore rosso di cui mi fregio è associato al potere magico e compare in numerosi racconti mitologici e tradizioni del mondo antico. I Misteri Eleusini che avrebbero avuto origine a cominciare dal sesto secolo avanti Cristo, si basavano sul racconto mitologico del rapimento di Persefone/Kore figlia della Grande Demetra, Dea della fertilità dei campi, dell’agricoltura e dei cereali.

melagrana dipinto

Nelle “Metamorfosi” di Ovidio si racconta che la giovinetta stava giocando in compagnia delle ninfe e, mentre si era soffermata per cogliere un narciso venne rapita da Ade /Plutone Dio degli Inferi, segretamente innamorato di lei per la sua bellezza, che la portò con sé nel suo Regno. La madre Demetra, preoccupata della scomparsa della figlia, riuscì dopo lunghe ricerche a scoprire quale fosse stato il suo destino. Sopraffatta dal dolore, decise di vendicarsi verso gli dei facendo sì che non crescesse più nulla sulla Terra, in una condizione di inverno perenne (prima esisteva solo la bella stagione). In questo modo, infatti, gli uomini sarebbero morti di carestia, mentre gli dei non avrebbero più potuto contare sui loro sacrifici. Allora Zeus inviò Ermes a intercedere presso Ade affinché rimandasse indietro Persefone. Prima di farlo, però, il Dio fece mangiare alla sua amata sei chicchi di melagrana, di modo che, mangiando del cibo nel regno dei morti, la giovinetta fosse costretta a farvi ritorno ogni anno per alcuni mesi.
Fu così che Demetra acconsentì di far tornare la bella stagione per sei mesi all’anno, il periodo in cui la figlia aveva diritto a stare con lei sulla Terra. Amore (madre/figlia e Ade per la sua amata) e morte (regno dei morti e morte della natura e degli uomini per fame) dunque ci spiegano l’avvicendarsi delle stagioni. E anche qui la melagrana porta alla morte, ma anche alla rinascita.

Il mio frutto fu il simbolo per la tradizione mediterranea del rinnovamento del cosmo nella sua perenne rigenerazione ad opera della Grande Madre che nel ciclo morte e vita, genera, riassorbe e rigenera. Le mie prime notizie storiche risalgono all’antica Persia, da allora il mio successo è inarrestabile e sono considerato simbolo di fortuna.

Nell’antico Egitto il mio succo mescolato alla birra dava origine ad una bevanda “magica” che si riteneva avesse il potere di salvare l’umanità. Molte sono le mie citazioni nella Bibbia, nel Cantico dei Cantici, nell’Esodo, nel libro dei Re dove si narra che l’architetto Hiram fece scolpire ghirlande con il mio frutto per ornare i capitelli delle colonne del tempio di Salomone.

Vi è una grande affinità tra il mio frutto e le Grandi Dee Madri; infatti, sono spesso raffigurato nelle mani di Era, Afrodite nell’atto di nutrire un Bambino. Anche nella religione cristiana sono un simbolo molto forte, un’opera artistica famosa è la Madonna del Melograno di Botticelli in cui è raffigurata la Vergine con in braccio Gesù Bambino che lascia intravedere i chicchi del mio frutto integri, divisi in sezioni che rappresentano i ventricoli del cuore – un messaggio velato riferito all’Amore del Cristo per l’Umanità.


QUAL’E’ IL MESSAGGIO CHE VOGLIO DIFFONDERE NEL MONDO?

La morte dei piccoli io e la rinascita dell’Amore nel Cuore di ogni essere senziente nel nome della Fratellanza tra i popoli!

Bibliografia:

  • “Le Metamorfosi” di Ovidio
  • Florario” di Alfredo Cattabiani
  • Erboristeria planetaria” di Ferdinando Alaimo
  • Bibbia: Antico Testamento
  • Immagini Google Search

Tutti i servizi sono offerti per scopi evolutivi e sono rivolti al benessere e al riequilibrio energetico dell’individuo, essi non sostituiscono in alcun modo le diagnosi, i suggerimenti, i trattamenti della medicina ufficiale e della psicoterapia. Coloro che ricercano assistenza medica o psicologica sono invitati a consultare i professionisti del settore.

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