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ulivo secolare di luras
Archetipi

Laboratorio alchemico della natura – L’Ulivo segnatura del Sole

ulivo secolare di luras
Ulivo secolare di Luras

Nel periodo di luglio-agosto, la natura sperimenta il Sol-leone, periodo in cui la nostra stella invia i suoi raggi potenti sulla terra, avvolgendola in un abbraccio d’amore. I frutti degli alberi, maturati grazie al suo calore, cambiano colore e profumo e si presentano in tutto il loro splendore. La natura offre quest’ abbondanza agli uomini perché se ne cibino e ne traggano nutrimento.

Da sempre il Sole è luce, è intelligenza a cui ogni cosa si sottomette, è fuoco che si espande. Lo spirito che è in noi – dice Aivanhov – è un’emanazione della luce solare, è luce che pensa, che parla, che canta, che crea; via via che la luce si fa strada nell’anima umana, si riflette sotto forma di amore, di bellezza, di nobiltà e di forza.

Rudolf Steiner nel “Vangelo di Giovanni” ci parla della luce del sole che non è solo materiale ma anche l’abito del Logos, così come il corpo fisico lo è dell’anima.

La luce fisica del sole cade su tutti gli esseri del creato, dà la vita a tutti i regni di Natura, ma assieme ad essa sulla terra si diffonde anche il calore dell’amore divino. Il compito di ognuno di noi è percepire questo calore, svilupparlo e rispondergli con amore.

Il Sole è stato adorato e cantato in tutte le religioni e culture, gli furono dedicati gli “Inni Orfici”, brevi poesie attribuite ad Orfeo, dove viene descritto come fonte di sapienza. Nella Grecia antica, il Sole si chiamava Elio, un titano anteriore agli dei olimpici, che dopo la sconfitta dei titani, fu sostituito con il dio Apollo, il luminoso.

A Roma era molto venerato come il ”Sol Invictus”, in Egitto era chiamato Ra, successivamente Amon-Ra e poi Aton-Ra dio solare antichissimo, potente ed amato, creatore dell’universo e dell’umanità.

Il Sole generoso dispensatore di energia è per analogia connesso al cuore centro e fulcro del nostro corpo, sede del coraggio, della gioia di vivere e dell’amore. Così come gli uomini hanno un cuore che palpitando testimonia che sono vivi, altrettanto le piante dipendono dal sole; quindi, si può dire che tutte le piante sono solari perché non potrebbero vivere senza la fotosintesi clorofilliana.

ulivo

In alcune piante la segnatura è più evidente, tra queste abbiamo l’alloro, la calendula o sposa del sole, i cui fiori ricordano il sole, l’iperico, il cui tempo balsamico cade al solstizio di estate quando la luce solare è al massimo splendore. Il rosmarino associato alla gioia di vivere che risiede in un cuore sano. Tutte le piante solari sono regolatrici dell’attività cardiaca, come gli agrumi, l’arancio, il limone, il bergamotto. Altre piante note sono la cicoria, l’arnica, la ginestra, l’elicriso, la celidonia, quasi tutte a fiori gialli e infine il girasole, che segue il sole nel suo movimento dall’alba al tramonto. Infine abbiamo l’ulivo, una pianta leonina con una segnatura marcata per quanto riguarda le malattie dell’apparato circolatorio. Il suo nome scientifico è Olea Europea, risalente alle soglie del neolitico con la domesticazione dell’oleastro, albero selvatico che dava un frutto spinoso, piccolo ed aspro dalla cui spremitura si ricavava pochissimo olio.

L’oleastro insieme alla vite e al grano sono considerate piante divine perché compaiono all’improvviso nella vita dell’uomo, agli albori dell’umanità.

ulivo nella storia

Nella mitologia greca l’ulivo nacque dalla sfida di Athena con Poseidone, per il possesso dell’Attica e della città di Atene. Poseidone, dio del mare colpì col suo tridente la roccia facendo sgorgare una fonte di acqua salata ed un cavallo invincibile in ogni battaglia, Athena invece piantò un ulivo. Cecrope, primo re della città, metà uomo e metà serpente, giudicò l’ulivo il regalo più utile agli uomini e lo consacrò alla dea. Da allora l’ulivo avrebbe dato agli uomini un succo per la preparazione dei cibi, per la cura del corpo, per la guarigione dalle malattie e per illuminare la notte.

L’ulivo è un albero sempreverde che ama il bacino del Mediterraneo in cui è presente dalla notte dei tempi grazie al terreno calcareo, al clima mite, e all’esposizione solare abbondante. Il suo apparato radicale è molto sviluppato, può raggiungere i dodici metri di diametro, nei primi tre anni la radice è a fittone, per ancorarsi profondamente nel terreno, in seguito sviluppa radici più superficiali. Il suo fusto da giovane è dritto e liscio col tempo diventa contorto, spesso cavo, formando dei nodi e assumendo un colore grigio scuro. Il tronco dell’ulivo è diviso in due parti, il tronco con i rami, e la ceppaia, da cui spuntano ogni anno giovani getti.

Le foglie sono lanceolate ed opposte, la pagina superiore è verde scuro, la pagina inferiore è argentata, brillano d’oro al sole e d’argento sotto la luna, sono ricoperte da un sottile strato di cera protettiva, i suoi fiori piccoli e leggermente profumati si aprono a primavera. A differenza di altri oli, quello d’oliva, è ricavato dal frutto e non dal seme, ecco perché rappresenta il livello qualitativo più grande nella produzione di oli alimentari.

Il colore dell’olio spremuto a freddo varia dal giallo al verde intenso secondo la presenza di carotene o di clorofilla, il caratteristico pizzicore in gola di alcuni oli, è la testimonianza che dal punto di vista officinale i principi della proteina dell’olio sono attivi e salutari. L’olio d’oliva oltre che un alimento è un vero e proprio farmaco.

Le olive contengono acqua, grassi, proteine, carboidrati, cellulosa; la parte grassa è composta da trigliceridi, da acido oleico, linoleico, contengono protovitamina A, vitamine del gruppo B, polifenoli, squalene e terpeni, molti minerali ed enzimi. L’olio è l’alimento più simile al latte materno avendo lo stesso rapporto di acidi omega tre ed omega sei, quindi ha una chimica complementare con la razza umana.

L’olio di oliva è un alimento molto digeribile, è indicato sia per uso interno per trattare stipsi, infiammazioni, gastriti, sia per uso esterno, nella cura dei capelli e della pelle del viso e del corpo.

Dalle foglie raccolte tutto l’anno, si ricava un infuso che regola la pressione sanguigna e dalle proprietà diuretiche antimicrobiche, antifungine e antiossidanti. Con la macerazione dei fiori di elicriso, calendula o iperico in olio d’oliva, si ottengono oleoliti benefici per massaggi e problematiche della pelle. Nella floriterapia di Bach, è presente il rimedio “Olive” indicato negli esaurimenti psicofisici, per riconnettere al proprio sole interiore.

Il bacino del Mediterraneo è caratterizzato dalla presenza dell’ulivo, un simbolo delle civiltà insediate in queste terre, tanto che l’olio prodotto qui è famoso in tutto il mondo come componente della dieta mediterranea.

SE L’ULIVO PARLASSE…

Io sono l’ulivo leggendario, da sempre considerato sacro, faccio parte della santa trinità “l’olio, il grano, la vite”. Sono un dono degli dèi, riconosciuto come simbolo di purificazione, di pace e di saggezza, di vittoria e benessere. In un tempo lontano ero così prezioso e raro da essere custodito in un giardino recintato e protetto dagli dei. Ero la pianta più importante di tutte, considerato l’immortale albero della vita e fonte di illuminazione.

Le mie origini si perdono nella notte dei tempi, si narra che miei alberi crescessero sull’Acropoli di Atene, discendenti di quella pianta primigenia piantata da Athena protettrice della città. Un mio albero troneggiava nel tempio della dea e le sue foglie erano una ricompensa così ambita che Milziade, il vincitore di Maratona, le chiese come unico premio per la sua impresa.

Nella Grecia antica i vincitori delle olimpiadi erano incoronati con foglie della mia pianta, recise con un falcetto d’oro da un giovane nobile con genitori ancora viventi. Nelle prime sei olimpiadi i vincitori ricevevano un ramo di melo con attaccato un frutto, dalla settima, su ordine dell’oracolo di Delfi, il melo fu sostituito da una corona d’ulivo. I vincitori venivano chiamati “Re Eracle”. La mia pianta era tenuta in così alta considerazione che Solone promulgò pene severissime per chi mi avesse danneggiato o bruciato, persino gli spartani risparmiarono i miei alberi quando distrussero Atene per il sacro rispetto che nutrivano nei miei confronti.

Cirillo di Alessandria testimonia che quando un popolo voleva la fine di un conflitto mandava al nemico un emissario con un recipiente del mio oro liquido. Ero così importante che la dea Athena era rappresentata con un mio rametto sull’elmo e con un’anfora piena d’olio sulle monete ateniesi, anche la statua di Zeus una delle sette meraviglie del mondo, era decorata con le foglie della mia pianta.

La storia conferma la mia presenza in tutta la Grecia, ricerche archeologiche a Santorini hanno portato alla luce i fossili delle mie foglie risalenti a cinquantamila anni fa, a Creta, sede della civiltà minoica furono ritrovate tombe con gioielli d’oro a forma di foglia d’ulivo. Nell’Iliade e nell’Odissea sono numerosi gli episodi in cui sono protagonista: la dea Afrodite, dopo la morte dell’eroe troiano Ettore, cosparse il suo corpo di oleolito di rosa, affinchè non fosse divorato dai cani; lo stesso fece Achille con l’oleolito di ambrosia alla morte dell’amico Patroclo. Penelope per mettere alla prova Ulisse al suo ritorno ad Itaca – gli disse che non avrebbe dormito con lui, ma avrebbe fatto spostare il talamo nuziale al di fuori della camera matrimoniale. Solo Ulisse sapeva che il letto era costruito tra i rami di un ulivo con ancora le radici a terra. I romani appresero dai greci tutti gli usi legati al mio olio, lo utilizzavano per gli unguenti, per la realizzazione di balsami e oli profumati, per la cura delle ferite e delle ustioni e per i massaggi. Veniva usato anche per fortificare il corpo in battaglia durante la stagione invernale ed ogni legionario riceveva in dotazione il mio olio per difendersi dal freddo.

La presenza della mia pianta e del suo favoloso succo dorato compare in tutti i testi sacri, nella Bibbia troviamo settanta citazioni che mi riguardano; uno dei tre semi consegnati a Seth da mettere in bocca ad Adamo morente è proprio quello del mio albero, si legge inoltre che una colomba, inviata da Noè per capire se le terre erano riemerse dopo il diluvio, ritornò con un mio ramoscello nel becco preso sul monte Tabor, dove era stato sepolto il capostipite della razza umana.

Le fronde utilizzate per festeggiare l’entrata di Gesù a Gerusalemme sono della mia pianta, Gesù veniva chiamato anche Christos che vuol dire “Unto”, prescelto, santificato con l’olio, riconoscimento della sua discendenza regale, perché nella religione ebraica solo i re, i sacerdoti, i profeti venivano unti con il crisma. Nella religione cattolica conservo la mia valenza, il mio olio viene utilizzato in diversi riti, nel Battesimo, nella Cresima, nell’Estrema Unzione, nell’ordinazione dei sacerdoti e dei vescovi.

ulivo artigianato

Quale messaggio voglio diffondere nel mondo?

Nel laboratorio alchemico della natura io trasformo il calore del sole in oro verde, mi auguro che anche l’uomo sappia trasformare quella luce, quel sole racchiuso all’interno di sè stesso e alchemicamente far sbocciare la sua divinità a beneficio suo e di tutte le creature.

Bibliografia:

  • L’Iliade di Omero
  • L’Odissea di Omero
  • Florario di Alfredo Cattabiani.
  • Immagini Google Search

Tutti i servizi sono offerti per scopi spirituali e non per fornire guarigione o trattamento di qualsiasi condizione fisica o psicologica della persona. Essi non sostituiscono in alcun modo i suggerimenti, le diagnosi e i trattamenti della medicina ufficiale e della psicoterapia. Coloro che ricercano assistenza medica o psicologica sono invitati a consultare i professionisti del settore.

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