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Archetipi

Una freccia verso l’infinito – Il Pino segnatura di Saturno

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Nel mese di gennaio, nel segno del Capricorno, segno di terra governato da Saturno, abbiamo una grandissima energia condensata in una piccola forma: il seme. Con il gelo, tutta la massa vegetale decomposta e ridotta in cenere, continua la sua trasformazione e cede alla terra i sali minerali. Saturno nello Zodiaco corrisponde all’archetipo del padre che dà le regole, all’inverno, all’ascetismo, alla rigidità mentale e fisica, alla disciplina. In certe tradizioni Saturno è il Guardiano della Soglia che ti fa procedere solo se ne sei degno, è la massima discesa nel mondo materiale, luce imprigionata nella materia. Saturno è il dio della contrazione, una delle polarità della pulsazione dell’universo che insieme all’espansione ne determina il ritmo; è il fuoco nascosto che esiste in tutti i regni in manifestazione nella pietra, nel vegetale, nell’animale e nell’uomo.

In questo periodo dell’anno, nell’antica Roma, si festeggiavano “ i Saturnali” in onore di Saturno.

Durante questi festeggiamenti era sovvertito l'ordine sociale: in un mondo alla rovescia, dove gli schiavi potevano considerarsi temporaneamente uomini liberi e comportarsi di conseguenza. Veniva eletto, tramite estrazione a sorte, un princeps - una sorta di caricatura della classe nobile - a cui veniva assegnato ogni potere. Gli schiavi venivano serviti dai loro padroni, i saturnali avevano inizio con grandi banchetti e sacrifici, i partecipanti usavano scambiarsi gli auguri accompagnati da piccoli doni simbolici, detti strenne. Tuttavia la connotazione religiosa della festa prevaleva su quella sociale e di "classe". Il "princeps" era in genere vestito con una buffa maschera e colori sgargianti, tra i quali spiccava il rosso (colore degli dèi). Era la personificazione di una divinità infera, da identificare di volta in volta con Saturno o Plutone, preposta alla custodia delle anime dei defunti, ma anche protettrice delle campagne e dei raccolti. In epoca romana si credeva che tali divinità, uscite dalle profondità del suolo, vagassero in corteo per tutto il periodo invernale, quando cioè la terra riposava ed era incolta a causa delle condizioni atmosferiche. Dovevano quindi essere placate con l'offerta di doni e di feste in loro onore e indotte a ritornare nell'aldilà, dove avrebbero favorito i raccolti della stagione estiva.

Saturnali - Wikipedia
foresta pini

Secondo Esiodo, Saturno è il primo dio nato e quindi è chiamato il Vecchio, egli evira il padre Urano per potere regnare al suo posto; Urano è il cielo, la libertà, Saturno è la forza contraria. Saturno governa la misteriosa ghiandola pineale, localizzata al centro dell’encefalo, il nostro terzo occhio in stretto rapporto con la luce. Essa stimola le cellule sensoriali della retina, le quali a loro volta, trasformano lo stimolo luminoso in impulso nervoso, mediante il nervo ottico ed il ganglio cervicale. Questo eccitamento rallenta o aumenta la secrezione del suo ormone: la melatonina, la quale regola il ritmo circadiano del sonno- veglia e dirige l’attività delle ghiandole sessuali. Il buon funzionamento della ghiandola, influisce sul sonno ristoratore, sul buonumore, sull’energia vitale, su un buon sistema immunitario, inoltre regola i rimi circadiani non solo giornalieri ma anche stagionali. La ghiandola pineale è in grado di vedere aspetti della vita che non sono colti dai nostri occhi fisici, ma attraverso una visione spirituale che si attiva anche durante i sogni, che ci fa percepire la nostra essenza e quella degli altri. Essa secerne una sostanza psichedelica nota come dimetiltriptamina (DMT) chiamata anche la molecola di Dio che fa da ponte tra il corpo fisico e quello spirituale, capace di produrre effetti particolari sulla percezione delle realtà invisibili ai nostri occhi, dilatando la nostra sensazione spazio-temporale. Studi scientifici hanno dimostrato come la ghiandola pineale secerne grandi quantità di DMT non solo durante la nascita e la morte ma anche nelle esperienze di premorte e durante il sonno rendendo possibili sogni lucidi e viaggi astrali.

resina di pino
Resina di pino

La forma della ghiandola pineale ricorda una pigna di piccolissime dimensioni, non supera il centimetro e pesa mezzo grammo. Nel feto è visibile dalla settima settimana, secondo la tradizione tibetana questo periodo corrisponde alla prima discesa dell’anima nel corpo. L’associazione con il terzo occhio è molto antica, esempi sono l’occhio di Ra, le pigne del Vaticano, le statue del Buddha che rappresentano la connessione tra il mondo visibile e quello invisibile.

Saturno governa anche lo scheletro, la nostra parte più solida e minerale dove si nasconde il sale degli alchimisti. Lo scheletro umano, regno incontrastato di Saturno, è un’impalcatura interna del corpo umano formata da un insieme di ossa, tessuto cartilagineo ed articolazioni, le sue funzioni sono molteplici. La prima è di sostegno e di protezione delle parti molli e delicate, come la scatola cranica che protegge il cervello, o la gabbia toracica che preserva i polmoni, o la colonna vertebrale che racchiude il midollo spinale.

Lo scheletro ha inoltre la funzione di equilibrio e di movimento assieme ai muscoli ed alle articolazioni sotto il controllo dei nervi, esso ha il compito di produrre i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine tramite il midollo osseo, inoltre dà forma al corpo, funge da deposito di sali minerali come il calcio ed il ferro.

Sotto la segnatura di Saturno vi sono le piante più tossiche che possiamo trovare, in genere sono piante nere, “atra” come le chiamavano i Latini, piante funerarie per indicare l’aldilà. Si tratta di piante velenose come il colchico, il lauroceraso, il maggiociondolo, il ricino, la felce maschio e l’aconito, la più velenosa in assoluto che secondo la credenza popolare è la pianta degli stregoni, quella che fa volare e rende invisibili.

Si dice che Paracelso ne facesse uso, assumendola in dosi solo a lui conosciute, nei periodi dell’anno in cui Saturno era predominante, per favorire esperienze trascendentali.

Senza la presenza di Saturno, sulla Terra non ci sarebbe stato il proliferare di una grande famiglia di piante pioniere come quella delle conifere, dette così per i coni, frutti duri e legnosi, a tutti noti come pigne che ne contengono i semi e dalle foglie contratte in aghi. Le conifere formano il trenta per cento delle foreste di tutto il pianeta nelle zone dei climi temperati-freddi, sono alberi sempreverdi molto resistenti che mantengono il loro fogliame aghiforme per tutto l’anno. Sono piante severe, tendenti al verde-scuro, dai tronchi solidi, compatti con crescita lenta e cicli vitali lunghi, resistenti anche ai fulmini.

Le conifere sono piante balsamiche un vero sollievo per i disturbi saturnini della stagione fredda, le loro essenze disinfettanti, sfiammanti, decongestionanti e mucolitiche sono un vero sollievo per bronchiti, raffreddori, sinusiti, reumatismi, ecc. Tra queste piante curative abbiamo il Pino Silvestre, la cui sagoma non è conica ed elegante come il suo parente, l’abete, ma un po’ disordinata, la sua chioma verde scuro è irregolare e rada, le sue foglie sono raggruppate lungo i rami in mazzetti di due aghi lunghi fino a cinque centimetri che vivono sull’albero fino a tre anni e poi cadono in coppia. La sua corteccia, verso l’alto è di colore fulvo-cannella e tende a sfaldarsi in scaglie lamellari, mentre verso la base diventa spessa, rugosa, bruno-grigiastra con abbondanti solchi.

Il Pino Silvestre è un albero molto longevo dal fusto slanciato e cilindrico, può vivere fino a cinquecento anni e raggiungere i trentacinque metri di altezza. Il suo ritmo di crescita è lento come il pianeta Saturno di cui porta la segnatura – che impiega ventotto anni e mezzo per completare la sua orbita nel sistema solare.

Il Pino Silvestre è ermafrodita, produce fiori sia maschili che femminili, la fioritura avviene a maggio con grandi quantità di polline che colorano di giallo il terreno quasi fosse una coperta fertilizzante, dopo due anni dalle infiorescenze si sviluppano le pigne, tondeggianti e legnose, sui suoi rami tre generazioni di frutti convivono una accanto all’altra. Durante la crescita annuale ogni nuovo getto somiglia ad una freccia che cresce verticalmente verso il cielo, mentre il suo apparato radicale è vigoroso con un fittone che scende fino a quattro, cinque metri sottoterra in continuità col fusto al quale si affiancano robuste radici più o meno orizzontali da cui si dipartono fittoni secondari.

Il Pino è un albero ricco di resina – dal sanscrito ”rasa” – che vuol dire succo organico, essa trasuda dal legno dell’albero sottoforma di goccioline che si mostrano come concrezioni traslucide che assomigliano a dei piccoli soli, che si mantengono inalterate nel tempo. La resina è il sangue delle conifere che in determinate circostanze può trasformarsi nell’equivalente sangue umano, essa non solo stimola tutte le secrezioni ed attiva le ghiandole endocrine ma favorisce il buon funzionamento dei nostri organi.

Nell’ottocento per la cura della tubercolosi si utilizzavano preparati a base di resina e al contempo si costruivano i sanatori in montagna vicino alle pinete. In un tempo ancora più antico la resina veniva bruciata nei templi egizi in onore delle divinità ed usata secondo i papiri medicali per uso interno mescolata a miele e per uso esterno per cicatrizzare le ferite di serpente e nel processo di imbalsamazione dei defunti. Gocce di resina risalente a milioni di anni fa che ha subito un processo di fossilizzazione, possiamo oggi ammirarla come ambra a volte abitata da specie di insetti ormai scomparsi.

La famiglia dei pini produce oli essenziali per profumare e purificare l’aria delle nostre case in inverno, aromi balsamici per l’apparato respiratorio che rendono limpidi i pensieri e contrastano stanchezza, apatia e sfiducia. L’olio essenziale ha un odore forte legnoso che richiama quello delle foreste, lenisce la tosse ed è terapeutico attraverso la pratica dei suffumigi per la sinusite, ha proprietà simil-cortisoniche che lo rendono utile in caso di allergie. In Germania si usano aghi di pino bolliti per imbottire i materassi delle persone affette da reumatismi, questi aghi vengono chiamati “lana della foresta”.

SE IL PINO PARLASSE…

I popoli assiri che già mi conoscevano, mi chiamavano il guardiano della Vita, perché mi ritenevano un simbolo di virilità, fertilità e forza. Un mito dell’antica Grecia narra che le lacrime della mia resina sono il sangue di Attis, il dio della vegetazione, un giovane bellissimo consacrato alla Dea Cibele che si era innamorata di lui. Egli però tradisce il voto di castità e per autopunirsi si evira morendo dissanguato, Giove, impietosito lo trasformò in Pino mettendolo sotto la protezione di Saturno. Il Dottor Bach ideatore della Floriterapia, utilizzò i miei fiori nel suo rimedio Pine utile per coloro che si sentono in colpa per aver infranto un voto. Il rimedio insegna che si può risorgere e profumare nuovamente come l’essenza sprigionata dal mio albero.

Sono fiero quando penso che le fondamenta della città di Venezia poggiano sopra una base di tronchi d’albero tra cui anche i miei, essi affondano nello strato di argilla salmastra della laguna e conficcati nella melma anziché marcire si sono mineralizzati e dopo settecento anni sono ancora lì intatti ed eterni.

IL MESSAGGIO CHE VOGLIO DIFFONDERE NEL MONDO

Vi mostro la verticalità, la via dell’anima verso il Cielo, strada diritta che deve percorrere colui che aspira alla vita eterna.

Bibliografia:

  • “Erboristeria planetaria” di Ferdinando Alaimo
  • “Il serto di Iside” di Angelo Angelini
  • “Florario” di Alfredo Cattabiani
  • Immagini Google Search

Tutti i servizi sono offerti per scopi evolutivi e sono rivolti al benessere e al riequilibrio energetico dell’individuo, essi non sostituiscono in alcun modo le diagnosi, i suggerimenti, i trattamenti della medicina ufficiale e della psicoterapia. Coloro che ricercano assistenza medica o psicologica sono invitati a consultare i professionisti del settore.

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