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Archetipi

La Vite miracolosa

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Nel mese di ottobre, nel segno della Bilancia, le piante espirano la loro clorofilla. Prima che le foglie appassiscano e la natura percorra la seconda fase del suo ciclo, quella sotterranea nelle profondità della terra, le piante si rivestono di splendidi colori di cui il verde fa da mediatore. Venere signora della Bilancia disvela i suoi segreti attraverso il verde, il suo colore, punto di mezzo dell’arcobaleno. Dopo l’equinozio d’autunno il verde si ritira dalla terra e la luce della clorofilla delle piante a poco a poco si affievolisce. Dopo aver dato sfoggio della loro energia all’esterno, ora le piante dirigono questa forza verso il mondo sotterraneo; quando l’arco del sole si fa più breve e i suoi raggi arrivano sulla terra più obliqui, il verde si toglie la maschera, ci svela il suo segreto e si presenta in mille sfumature. Ci rivela che l’uno è fatto di molti.

La Bilancia simboleggia il rapporto con l’altro, il simbolo di questo segno ci dà l’idea che è possibile avere un rapporto con il nostro prossimo a patto che sia un rapporto di equità. Alla base di questa armonia ci deve essere il cuore con la sua capacità di entrare in empatia con gli altri senza farsi prevaricare, rispettando i bisogni di entrambe le parti, in un equilibrato rapporto tra il fuori e il dentro, un regolato scambio tra noi ed il mondo.

Gli organi associati alla Bilancia sono i reni che secondo la medicina cinese hanno un’energia Yin e Yang, il positivo ed il negativo, le due polarità simili ai due piatti di una bilancia che richiamano l’armonia e l’equilibrio.

Diversi sono i frutti contrassegnati dalla segnatura di Venere, tra di essi spicca l’uva frutto della vite che attraverso una trasformazione alchemica si tramuta in vino: il sangue della terra. Come i reni ripuliscono il sangue, ricco di sostanze nocive che ritorna a circolare, così in questa stagione, la natura trasforma gli acini in un colore rosso vermiglio e poi in vino.

La vite appartiene alla famiglia delle vitacee è un rampicante il cui istinto è quello di serpeggiare e avvolgersi ad altre piante. Il suo nome deriva dal latino viere, intrecciare. . Si tratta di una pianta ctonia che striscia con le sue radici dalle profondità della terra fino alla luce del cielo e che spostandosi con la sua luce distilla dagli inferi e dal sole un succo dolcissimo, un sangue della terra, un’acqua di vita.

fiore dell'uva
Fiore dell'uva

La vite può vivere fino a cinquant’anni, mentre il suo fiore verdastro è una infiorescenza a grappolo composto, che dura pochi giorni e passa sovente inosservato. Dal fusto partono numerosi rami chiamati tralci, su di essi crescono le foglie, dette pampini, ampie ed abbondanti, adatte alla sintesi della clorofilla e per assorbire acqua e minerali, che in autunno si colorano di rosso.

I frutti a grappolo sono composti da bacche, chiamate acini che nella buccia contengono polifenoli e sostanze aromatiche, ricoperti dalla pruina sostanza cerosa al tatto, che contiene i lieviti che daranno origine alla fermentazione. All’interno del frutto troviamo la polpa, da cui si ricava il mosto, composta da cellule ricche di acqua, zuccheri, acidi, vitamine, ferro e calcio. Il nucleo degli acini contiene i semi chiamati vinaccioli, a loro volta ricchi di nutrienti, oli e tannini.

La Vitis Vinifera è stata coltivata fin dall’antichità in Europa, in Medio Oriente e nelle regioni caucasiche, le prime tracce risalgono a duecento milioni di anni fa, i fossili più antichi furono ritrovati nel Caucaso, a dimostrazione dell’interesse per questa pianta che ha attraversato le ere fino a noi. La vite presenta due cicli biologici, il ciclo vitale e quello annuale, il primo interessa le età della pianta ed i suoi gradi di produttività, il secondo si divide in più fasi che si ripetono nel corso di ogni anno e sono influenzate dalle stagioni e dal clima.

La prima fase è quella radicale ed individua la fase del pianto, chiamata così perché la linfa della pianta che passa dalle radici alle foglie, fuoriesce come lacrime dai tagli delle potature effettuate a febbraio.

vite - erbario

La seconda fase è quella vegetativa che prevede il germogliamento, da marzo a maggio le gemme dormienti si gonfiano e cominciano a crescere.

La terza fase è quella riproduttiva, a maggio la vite fiorisce con una fioritura rapida e poco appariscente che dura solo dieci giorni. Segue l’impollinazione e la fecondazione, dopo i fiori cadono e al loro posto si formano gli acini che poco per volta si ingrossano e virano dal verde al loro colore definitivo.

La maturazione e la raccolta avviene in tempi differenti a secondo della zona, del tempo meteorologico e della varietà dell’uva, i grappoli staccati vengono messi nelle ceste e poi versati in contenitori dove vengono pigiati, l’uva diventa mosto e fermenta nei tini, ai primi di novembre si spilla il vino nuovo.

L’uva stimola tre grandi organi: i reni, il fegato e l’intestino. L’uva nera ha una grande quantità di antiossidanti e produce acido folico consigliato per le donne in gravidanza. L’uva bianca ha molto ferro e potassio, stimola la produzione di globuli rossi e migliora il funzionamento del cuore. Questo frutto contiene manganese, silicio, rame, fosforo, sali minerali utili per la formazione dell’emoglobina, per la secrezione della bile e dei succhi pancreatici e vitamine come la A, C, B1, B2, PP ed E.

L’uva è diuretica, rimineralizzante e prebiotica cioè fa aumentare il numero dei lattobacilli, quei fermenti intestinali buoni la cui presenza riduce le allergie e le infezioni urinarie, favorisce l’eliminazione del colesterolo cattivo in quanto contiene polifenoli come quercetina e rutina, che hanno effetti positivi sul cervello, la memoria, la cognizione e la produzione di nuovi neuroni. Dalle bucce dell’uva e dai semi si ricava il resveratrolo, un fenolo che possiede proprietà protettrici ed antimicotiche per l’acino. Per la salute umana, il resveratrolo è utilizzato per le sue spiccate capacità antinfiammatorie e antinvecchiamento, per le sue qualità antifungine e diuretiche, inoltre riduce il colesterolo e depura il fegato, è un antiossidante che agisce come fluidificante del sangue, previene i trombi ed è l’unica sostanza nota che rimuove le placche che occludono i vasi sanguigni.

William Bouguereau

L’uva contiene melatonina che aiuta a regolare i ritmi circadiani di sonno-veglia. I frutti raccolti a maturazione hanno proprietà rinfrescanti, disintossicanti, diuretiche, depurative del sangue e antireumatiche, il succo filtrato degli acini contiene acidi grassi polinsaturi molto utilizzato nella cosmesi sottoforma di creme e maschere di bellezza.

L’uva ben matura è consigliata alle persone affaticate, convalescenti, agli anziani e ai bambini, è indicata per gli sportivi, poiché contiene poche calorie e aiuta a reintegrare i sali minerali dispersi nell’attività fisica.

SE LA VITE PARLASSE…

Faccio parte della santa trinità del Mediterraneo, insieme al grano ed all’olivo, i miei frutti hanno proprietà sublimi, sono un miracolo della natura poiché dai miei acini fuoriesce un nettare divino. La mia nascita è indissolubilmente legata a Dioniso, il fanciullo innocente, vittima della violenza titanica.

Narra il mito che Zeus travestito da uomo mortale amò Semele. La giovane rimasta incinta fu ingannata da Era, moglie gelosa di Zeus che insinuò in lei il dubbio che il suo amante fosse un mostro. Semele chiese al suo amato di mostrarle il suo vero volto ma fu incenerita dalle sue folgori, Ermes impietosito salvò il bambino cucendolo nella coscia di Zeus. Dopo tre mesi, Dioniso venne alla luce ma Era convinse i Titani ad ucciderlo, dividendone il corpo in sette pezzi che vennero cotti e poi ridotti in cenere. Da quelle ceneri divine, crebbe miracolosamente la mia pianta sacra ed Dioniso resuscitò.

In una serie di decorazioni antiche in terracotta si vede la rinascita del dio che emerge dalle ceneri della vite, adornato di pampini e grappoli. Ai tempi dei sumeri si conosceva una dea nota come Madre Vite, questo popolo mi chiamava “erba della vita” ed il loro simbolo della vita era la mia foglia, un pampino.

Nella tradizione greca secondo il mito la vite è Dioniso o Bacco, il dio che quando si guarda allo specchio vede l’intero mondo, il dio dell’estasi che ricongiunge l’uomo alla sua natura divina. I riti nella Grecia antica comprendevano il ciclo della mia pianta e del vino e si collegavano alla nascita e resurrezione di Dioniso, durante la vendemmia si intonava un canto nel quale si rievocava il suo smembramento. La chiesa cristiana non riuscendo ad sradicare questo mito, lo inglobò, disponendo con il concilio di Costantinopoli che si cantasse l’inno ”Kyrie eleison”, formula che poi fu incorporata nella messa in latino.

La prima cosa che fa Noé scampato dal Diluvio Universale è di piantare una vigna. Nella tradizione ebraica la vite è l’albero della conoscenza del bene e del male.
Nella saga di Gilgamesh si narra che l’eroe, entrato nel giardino del Sole vide alberi formati da pietre preziose, tutti tranne uno, accanto a quest’ultimo vide una donna che mesceva un liquido presentato come succo dell’immortalità e della gioventù.

Nel mandeismo, una religione di origine gnostica che risale ai primi secoli dell’era cristiana, l’unica forma ancora vivente di gnosticismo, sono considerata l’Albero Cosmico, dove il vino, archetipo celeste è l’incorporazione della scintilla divina, dal mio tronco scaturiscono ruscelli di acqua santa, sapienza e purezza per dissetare gli uomini. Il dio della luce, Il Redentore è identificato con la mia pianta chiamata vite di vita, l’albero cosmico avvolge i cieli e i miei acini sono le sue stelle.

I secoli passano ma si continua a parlare di me, nel Nuovo Testamento, il Cristo si paragona alla mia pianta “Io sono la vite e voi i tralci“. Nel Corano si legge che i giusti berranno il mio vino, la bevanda dell’amore divino. Anche Ildegarda, mistica medioevale era entusiasta del mio succo che lei considerava uno sciroppo a cui unire delle erbe per portare giovamento al corpo, nacquero così vini medicamentosi da assumere a piccole dosi.

Successivamente Edward Bach creò il suo estratto ”Vine” con i fiori della mia pianta. Sono stata immortalata in numerose poesie, mi declamarono Lorenzo il Magnifico, Carducci, Pascoli, D’Annunzio, Pavese, Trilussa, Baudelaire. Anche numerosi artisti, sia scultori che pittori mi resero famosa: Michelangelo, Tiziano, Leonardo, Bernini, Caravaggio, Velazquez.

QUALE MESSAGGIO VOGLIO LASCIARE AL MONDO?

Il messaggio è quello della cooperazione, come gli acini sono tutti raggruppati e concorrono insieme ad una trasformazione alchemica attraverso la spremitura e la fermentazione, così gli uomini possono collaborare insieme, attraverso le tappe evolutive della vita e trasformare la materia grezza del mondo rendendolo un luogo in cui vivere in armonia.

Bibliografia:

  • “Le Metamorfosi” di Ovidio
  • “Le medicine di Santa Ildegarda” di Godfried Hertzka
  • “Floriterapia” di Molino-Tizian
  • “Il serto di Iside” di Angelo Angelini
  • Immagini Google Search

Tutti i servizi sono offerti per scopi evolutivi e sono rivolti al benessere e al riequilibrio energetico dell’individuo, essi non sostituiscono in alcun modo le diagnosi, i suggerimenti, i trattamenti della medicina ufficiale e della psicoterapia. Coloro che ricercano assistenza medica o psicologica sono invitati a consultare i professionisti del settore.

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