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ildegarda di bingen
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Ildegarda di Bingen

ildegarda di bingen

Mistica, veggente, profetessa, fu anche una vera scienziata, un'erborista con una profonda cultura medica, tanto da essere definita “la più grande testa femminile del XII secolo”.

Ildegarda di Bingen (Bermersheim vor der Höhe, 1098 – Bingen, 17/11/1179)

Nasce nel 1098 vicino a Magonza da una famiglia aristocratica, ultimogenita di 10 figli. Fin da piccola è spesso afflitta da malattie e tormentata da visioni che accompagneranno e segneranno profondamente la sua esistenza. A 8 anni entra nel convento benedettino di Disibodenberg (Germania) e a 15 prende i voti.

Da novizia segue con fermezza il motto benedettino “ora et labora”, quindi accanto alla vita contemplativa unisce l’impegno, diretto soprattutto allo studio e all’assistenza dei bisognosi. A 38 anni diventa badessa del convento. All’inizio il compito le appare gravoso, ma ben presto il suo carattere positivo e pragmatico portano nuovo lustro al monastero.

Nel 1147 ne fonderà uno nuovo a Bingen. Negli anni successivi la sua fama di mistica si diffonde. Grazie al forte carisma che la caratterizza attira un gran numero di persone: alcune bisognose di cure mediche altre alla ricerca di una guida spirituale. Nonostante la sua delicata costituzione fisica, muore a 81 anni, una veneranda età per quel periodo.

Ildegrada: il Cosmo, l’Uomo e la forza vitale “verdeggiante”

Ildegarda di Bingen è stata innalzata definitivamente all’onore degli altari nel 2012, grazie a Papa Benedetto XVI. Nello stesso anno, il 7 ottobre, è stata nominata anche Dottore della Chiesa. La sua festa nel calendario ricorre il 17 settembre, giorno della sua morte.
Santa Ildegarda diventa estremamente interessante in questo nostro tempo, in cui è forte il bisogno di riscoprire le nostre radici e tradizioni cristiane, per meglio comprendere anche molti aspetti del presente.
La medicina di Santa Ildegarda è eccezionale, in quanto trasmessa all’umanità direttamente da Dio. Ildegarda ricevette infatti il compito dal Signore di annotare quello che vedeva nelle sue visioni e di portarlo così a conoscenza degli uomini. Ciononostante ci sono voluti più 800 anni prima che i suoi libri di medicina venissero tradotti ed ulteriori 50 anni, prima che le ricette e le applicazioni mediche trasmesse venissero testate per essere utilizzate nella pratica medica. Uno degli aspetti più affascinanti della medicina della Santa tedesca è che funziona e talvolta in maniera più efficace di altre terapie “moderne”.

Ildegarda è un esempio luminoso di spiritualità, primo medico psicosomatico della storia, dopo un oblio di ottocento anni viene riscoperta in un momento di profonda trasformazione collettiva. Dotata di un grande carisma predicò fino all’età di ottant’anni in tutta la Germania, mitigò le intemperanze dell’Imperatore Barbarossa, consigliò Papi e Monarchi di tutta Europa e fondò due monasteri. Scrisse importanti trattati di medicina che oggi definiremmo olistici, di musica, di cristalloterapia, di teologia, di dietetica ma soprattutto lasciò in eredità una visione del mondo. Tale visione contempla l’Uomo nella sua totalità di corpo, mente emozioni e anima e riflette una tale profonda umanità e amorevolezza da presentare Ildegarda come un essere umano illuminato, la cui ispirazione trascende il tempo.

Non dobbiamo meravigliarci di questa straordinaria sincronicità che unisce la visione di una mistica del XII secolo al nuovo modello di pensiero emergente, in un momento storico in cui l’attenzione si focalizza sulla visione globale, la psicosomatica, l’ecologia, l’alimentazione, la guarigione, la spiritualità, tematiche queste che hanno favorito la fioritura di tecniche e metodologie che restituiscono l’uomo alla sua unità originaria.

L’uomo e l’universo, secondo il pensiero di Ildegarda, sono così indissolubilmente legati che lo stato di salute o di malattia dell’uno si ripercuote sull’altro. L’interdipendenza, infatti, rende il cosmo un’unità e per questa ragione la causa dei disagi dell’uomo è dovuta alla perdita di questa connessione con l’ambiente che lo circonda.

Con questo stesso spirito Ildegarda si dedica alle ricerche in campo medico e terapeutico, convinta che le malattie, fisiche o psichiche, da cui l’umanità spesso è afflitta, siano la conseguenza visibile di una rottura di quel legame meraviglioso, che trasmette la sua carica vitale e tiene unite insieme tutte le cose esistenti.

Infatti, ogni oggetto del creato per lei è connesso da un unico filo, che ne tesse la trama straordinaria; tutto è messo in moto da un’energia suprema, che Ildegarda esprime attraverso il termine, quasi intraducibile, di VIRIDITAS (l’energia verdeggiante).

Questa forza, riconoscibile a tutti i livelli, sia fisico che spirituale del cosmo, si palesa in modo evidente e immediatamente percepibile nelle cose naturali, come principio che conferisce il potere terapeutico alle sostanze naturali; mentre nell’uomo è l’anima o principio di vita e movimento.

Inoltre secondo la sua visione, la salute dell’essere umano si regge sul benessere non solo corporeo ma anche mentale, anticipando così la Medicina Olistica moderna, perché anche preoccupazioni e cattivi pensieri possono condurre alla malattia.

Nelle opere di Ildegarda troviamo numerosi accenni all’influsso degli astri sulla Natura e sull’Uomo. Questo fatto non è sorprendente poiché l’Astrologia e l’Astronomia facevano parte delle artes liberales, i canoni del sapere medievale, fondamentali nella formazione di un medico. Nella sua opera “Causae et Curae”, Ildegarda fa riferimento al significato delle stelle e dei pianeti:

Le stelle mostrano un gran numero di segni a seconda dell’operato e del comportamento degli uomini. Non indicano il futuro, né i pensieri degli uomini, ma soltanto quel che questi hanno già espresso attraverso la loro volontà, le loro parole o nelle loro azioni(…) Come nell’uomo l’anima dapprima riluce e subito dopo si mette all’opera, anche le stelle risplendono nel firmamento e riflettono le azioni dell’uomo, quando questo è già in azione.

Ildegarda viveva nella dimensione cosmica, dove l’uomo era ponte tra Cielo e Terra, tra la Natura e il Divino, e dove incontrava Dio sia nell’abbondanza della Sua creazione che nella propria coscienza. Nell’Opera “Liber Divinarum Meritorum” racchiude in dieci visioni l’intima relazione tra il microcosmo-uomo e il macrocosmo-universo, in cui le sfere, gli elementi, i venti e gli astri influenzano direttamente la forza vitale dell’uomo e il suo stato d’animo. – “Tutte le cose che appartengono all’ordine divino si corrispondono. Infatti, le stelle brillano della luce della luna e la luna brilla della luce del sole. Ogni cosa ne serve una più elevata enessuna supera i propri limiti.

La sua visione evoca l’Uomo come co-creatore cosciente dell’universo, responsabile del suo benessere come del suo malessere. L’armonia che egli è in grado di ritrovare con la Natura, con la sua Anima e con il Divino è il suo traguardo naturale e la sua esperienza coinvolge quella dell’intera umanità. “Al centro del mondo, l’uomo riceve i venti che muovono con il soffio della loro energia l’intero firmamento e l’animano con movimento circolare. Nella forma dell’uomo è la totalità della sua opera che Dio ha consegnato”: (Opera Divine).

ildegarda

Ildegarda e la sua medicina mistica

Rifacendosi alla medicina umorale elaborata da Ippocrate e Galeno, Ildegarda attribuisce agli elementi (aria, acqua, terra e fuoco) quattro qualità: il caldo, il freddo, il secco e l’umido che ne caratterizzano l’azione e l’effetto sugli esseri viventi. Ma a questa teoria unisce il suo concetto di viriditas, che come abbiamo visto costituisce la potenza vivificante responsabile dell’equilibrio e del benessere psicofisico dell’uomo e della natura.

Tuttavia Ildegarda di Bingen divenne famosa nel Medioevo e ancora oggi viene ricordata per una particolarità: le visioni che gli derivavano da Dio le indicavano anche come strutturare il suo sistema di cura. La medicina di Ildegarda, infatti, ha due anime: una scientifica, come dimostra il fatto che alcune sue preparazioni sono ancora attuali, e una mistica, perché crede che il suo sapere abbia origine divina.

I rimedi terapeutici di Ildegarda: piante cristalli e alimenti

In “Herbora sempliciorum”, Ildegarda di Bingen elenca e illustra le erbe coltivate nei monasteri e da cui vengono tratti i rimedi. Studia le proprietà puramente materiali delle piante o delle pietre, ma non si ferma all’esame esteriore: le interessa piuttosto scoprire i poteri terapeutici nascosti in esse; virtù che ritrova anche nella musica e nel potere intrinseco alla parola. Come abbiamo visto attribuiva anche alle pietre un effetto curativo, proprio perché anch’esse possiedono l’energia verdeggiante diffusa in tutto il creato, anticipando quella che oggi è chiamata la Cristalloterapia”.

Ildegarda utilizza un metodo completamente innovativo per l’epoca: non descrive solo la forma delle piante e le caratteristiche del rimedio, ma illustra anche l’effetto che la sostanza produce quando entra in relazione con l’uomo, distinguendo l’efficacia del rimedio in base al sesso, alla costituzione, e allo stato di salute o di malattia di chi lo riceve.

Ildegarda: uno spirito eclettico e curioso

Vita e opere. Ildegarda di Bingen (1098-1176) è una delle poche donne che occupino a buon diritto un posto nella filosofia occidentale prima dell’età contemporanea. Scritti profetici: Liber Scivias – Conosci le vie del Signore”, 1141-51 – Liber vitae meritorum (Libro dei meriti della vita, 1158-63- Liber divinorum operum, Libro delle opere divine 1164-74 – La Physica 1158-70 (Fisica, enciclopedia naturalistica- Causae et curae (Le cause e le cure, dove le conoscenze fisiologiche e mediche relative al corpo umano sono connesse ai principi cosmologici – compose musiche e liriche ispirate su propri testi.

Miniatura del testo Scivias - di Ildegarda
Miniatura del testo Scivias - di Ildegarda

Articolo in parte derivato da – Il Cielo in Terra – di Marie Noelle Urech

*Immagini da Google search

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